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Gabrielle Chanel. Collezione Chanel, Man Ray Trust/Adagp, Parigi, 2013 |
La
storia di un profumo intramontabile, Chanel N°5, è strettamente legata al primo
grande amore di Gabrielle Chanel, Arthur Capel, morto nel 1919. Fu lui ad
avvicinarla alla letteratura e all’esoterismo. Ma è anche legata alle avanguardie
artistiche del primo Novecento, in particolar modo a Cocteau, Picasso,
Apollinaire, Stravinsky, Picabia. Oggi è diventata una mostra ricca di opere,
fotografie, filmati, materiali d’archivio e oggetti.
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Boy Capel, 1911. Collezione Edmonde Charles Roux |
Fino
al 5 giugno, il Palais de Tokyo di Parigi ospita l'esposizione N°5 Culture Chanel. La mostra porta la
firma di Jean-Louis Froment,
curatore degli allestimenti di Mosca, Shanghai, Pechino e Guangzhou.
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Soldati americani davanti alla boutique di Chanel nel 1945. Foto: Serge Lido |
Per
superare la scomparsa di Capel, Chanel si recò nella decadente Venezia
(meravigliosamente descritta, anni prima, dal premio Nobel Thomas Mann), che
divenne ben presto una delle sue destinazioni preferite e tra le maggiori fonti
di ispirazione. Allo stesso modo Chanel sognava la Russia che le veniva dipinta
dal granduca Dimitri Pavlovic, la stessa Russia che aveva colorato
l'immaginazione olfattiva di Ernest Beaux
(il naso che creò Chanel N° 5) quando era al servizio dello zar, prima di
essere allontanato dal Paese a causa della Rivoluzione e costretto all'esilio
in Francia.
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Marylin Monroe prima della prémiere de La gatta sul tetto che scotta di T. Williams, 1955 |
L’essenza
nacque nel 1921, in un contesto creativo estremamente dinamico. Sin dalla rivoluzione
del Cubismo, iniziata nel 1907 con il dipinto Les Demoiselles d'Avignon di Picasso, e con l'avvento del Futurismo
italiano nel 1908, le avanguardie avevano continuato a descrivere una modernità
particolare, che alla fine avrebbe trionfato all'alba degli anni Venti. Allora
più che mai, l'astrazione attraversava tutte le forme di creatività. Così
questo profumo, che evocava la figura di una donna, Mademoiselle Chanel. La quale
aveva battezzato l’essenza con il numero 5 per evitare che si cercasse di connotarlo, sia
in maniera figurativa, che descrittiva. Il
N°5 parve essere il manifesto dello spirito creativo di quel tempo, che le
avanguardie sostennero e confermarono.
E
fu Chanel in persona a porsi davanti all’obiettivo di François Kollar, nel 1937, per la prima campagna pubblicitaria
americana, pubblicata su Harper's Bazaar. Nella costruzione di questo profumo mitico si
insinua l’ombra di un secondo uomo, Pierre
Reverdy, l'amante segreto, con cui Chanel mantenne un dialogo per tutta la
sua vita.
Il
sito di riferimento della mostra:
www.5-cultirechanel.com